giovedì 28 aprile 2016

I disservizi, le vessazioni e i tentativi estorsivi messi in atto dal Consorzio di Bonifica a danno degli agricoltori e del territorio con la complicità del Governo Regionale.


Il commissario del Consorzio di Bonifica, con apposita delibera N.150  del 23/03/16, confermando sostanzialmente la delibera N. 85 del 2015 continua a mettere in atto aumenti dei canoni irrigui e dei veri e propri tentativi estorsivi a danno di tutti coloro i quali sono legati a diverso titolo alla produzione di beni agro-alimentari e alle produzioni in generale, dimenticandosi della profonda crisi che investe il settore primario.
In altri termini, un qualsiasi produttore proprietario o non proprietario di un’azienda agricola servita da impianti irrigui collettivi, riportata nel famigerato elenco dell’utenza morosa (registro delle morti), con la su citata delibera non può usufruire del servizio irriguo, pur volendo pagare in anticipo il relativo canone.
Le conseguenze di tale provvedimento si vanno ad aggiungere a tutte le altre imposizioni consortili, e, in particolar modo,  al tributo 660 già oggetto di contenzioso fra utenza e Consorzio di Bonifica, poiché ritenuto sproporzionato e irragionevole da parte anche della giurisprudenza (vedi varie sentenze).
Se a ciò aggiungiamo poi il disservizio connesso all’erogazione idrica per uso agricolo, come gli inspiegabili turnazioni, limitazioni di portate, interruzioni di erogazione, mancata sistemazione della rete dei canali di bonifica e abbandono del territorio di competenza consortile,  il quadro si completa nella sua massima negatività con conseguenze disastrose sui produttori e sul territorio nella sua interezza.
Vogliamo ricordare in particolar modo alla Regione Basilicata, all’ Assessore all’Agricoltura che in questa particolare fase gli agricoltori si trovano a scontare le conseguenze negative del calo della domanda interna, gli effetti dell’amplificazione strumentale dell’ inquinamento connesse alle attività estrattive ed industriali  e non meno le imposizioni e le vessazioni del Consorzio di Bonifica e come se non bastasse i precisi tentativi estorsivi da parte di un ente controllato dal Governo Regionale. I produttori agricoli dicono NO! alle politiche di rapina, di abbandono e di vessazione, volute sia dal Governo nazionale che dal Governo Regionale anche attraverso il Consorzio di Bonifica ai danni di chi lavora e 
produce beni e servizi per sé e per gli altri.
Per queste ragioni Tavolo Verde Basilicata, data l
emergenza in atto, invita le autorità regionali competenti, S.E. il Prefetto di Matera, il Commissario del Consorzio di Bonifica e tutte le forze politiche e sociali legate al territorio regionale ad intervenire in tempi brevi per:
1-      Sospendere l’efficacia della delibera N°150 del 23/03/16 a firma del Commissario del Consorzio di Bonifica.
2-      Sospendere o/e revocare gli atti amministrativi inerenti la riscossione del tributo N°660 e di tutte le pendenze a carico dell’utenza relative al tributo irriguo per le annate precedenti, anche perché molti di essi risultano inesatti e non in linea con la reale situazione.
3-      Mettere in atto tutte le necessarie iniziative e risorse per dare prospettive ad un mondo che da decenni lavora e produce per l’occupazione, lo sviluppo e il progresso.
Gli interventi sono tanto più necessari quanto urgenti perché fra i produttori agricoli si è determinato uno stato di esasperazione e di disagio che potrebbe sfociare in manifestazioni dagli esiti non prevedibili per i quali Tavolo Verde Basilicata declina ogni responsabilità.

27/04/2016                                                                                                      Tavolo Verde Basilicata

martedì 12 aprile 2016

Comunicato stampa

Il maldestro tentativo, ben sostenuto dai mass-media di parte, di includere anche alcune plaghe agrarie ad alta vocazione agri-turistica ed ambientale nell’elenco dei terreni inquinati e riconosciuti come tali ufficialmente e di fatto , va fermato perché contribuisce ad alimentare artatamente sfiducia fra i produttori agricoli, operatori turistici e più in generale fra i consumatori . Le produzioni ortofrutticole dell’alta e della bassa Metapontina, degli altori del quaternario, della media ed alta collina Materana e Potentina non risultano essere inquinate da composti rivenienti dal processo estrattivo degli idrocarburi; così come possiamo rassicurare i consumatori di carne, latte e derivati ottenuti da allevamenti zootecnici lucani, sulla salubrità e qualità degli stessi. Parimenti , le produzioni cerealicole e delle leguminose destinate al consumo umano e/o all’alimentazione zootecnica non presentano residui classificabili come tossici; anzi , al contrario delle produzioni di grano e di mais importate da Paesi extracomunitari , presentano un tasso zero o quasi anche di aflatossine e/o ocratossine. Per cui chi richiedere ulteriori controlli sanitari sulle nostre produzioni locali regionali e in special modo su quelle agroalimentari lucane, dovrebbe, così come ha fatto Tavolo verde Puglia e Basilicata, sostenere tutte quelle iniziative finalizzate ai maggiori controlli dei beni agroalimentari (circa un terzo) provenienti sia da paesi comunitari che extracomunitari in concorrenza con le nostre produzioni. Così come è necessario sostenere con aiuti diretti ed indiretti le produzioni locali e regionali a partire dai beni di prima necessità (latte, carne, grano, frutta, verdura, olio ecc…). Non meno importante, ai fini di rassicurare gli allevatori, i produttori agricoli e i consumatori e il rapporto produzione-consumo, è la perimetrazione e classificazione in tempi stretti delle aree e del sistema agro-ambientale delle terre lucane. In questa delicata fase le comunità e il mondo agricolo chiedono alle istituzioni, più che allarmismi e rassicurazioni, certezze e garanzie di medio e lungo termine sia per la difesa e la valorizzazione delle risorse agro-ambientali, sia per l’incolumità pubblica. Infine l’urgenza dei tempi e i preoccupanti segnali del mercato degli ortofrutticoli, che stanno strozzando migliaia di aziende agricole, impongono l’adozione di interventi e di misure straordinarie a carattere regionale e nazionale a favore del settore primario, ovvero a sostegno delle aziende agricole e zootecniche dell’intera Regione Basilicata. Indugiare su interventi comunitari e non mettere in campo misure specifiche ed immediate vuol dire aggravare ulteriormente una situazione già stretta dalla morsa della crisi economica generale e dalla distrazione di alcuni livelli politico-istituzionali. 12/04/2016 Tavolo Verde Basilicata

Iniziative (immagini e video)

























lunedì 11 aprile 2016

Comunicato stampa




L’agricoltura meridionale sta attraversando uno dei momenti più critici degli ultimi venti anni non solo a causa e per effetto della crisi economica generale che investe l’occidente, ma anche e soprattutto  perché le politiche comunitarie, quelle nazionali e regionali hanno attribuito scarsa importanza economica, sociale ed ambientale al settore primario. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: si va man mano purtroppo consolidando un processo di degrado del paesaggio agrario accompagnato da una impressionante disgregazione sociale. La fuga dalle campagne per la contrazione del reddito dei produttori agricoli e il conseguente abbandono di aziende che un tempo erano vitali sono fenomeni allarmanti che richiedono forti iniziative e precise scelte di politica economica a favore dell’agricoltura a partire da un’equa utilizzazione dei fondi comunitari e regionali programmati per lo sviluppo rurale.

Su questi temi Venerdì 15 Aprile 2016 alle ore 18:00 presso i locali di Stella Maris Castellaneta Marina TA incontro pubblico con gli assessori regionali di Puglia e Basilicata Promosso da Tavolo Verde Puglia e Basilicata


11/04/2016                                                                                                           Tavolo Verde Basilicata

IL FALLIMENTO DI UNA CONCEZIONE POLITICA

L’ultimo scandalo del petrolio in Basilicata, che coinvolge anche il governo  nazionale, dimostra come la nostra Regione sia stata, da oltre un ventennio, luogo prevalentemente di sfruttamento e non terra da salvaguardare e valorizzare per le sue vocazioni naturali. L’attività estrattiva che inizia negli anni ’60 con l’estrazione del gas nel territorio lucano ha portato inquinamento materiale, ma ha contaminato negativamente anche alcuni livelli istituzionali e diversi partiti politici che in nome dell’industrializzazione a prescindere… hanno contribuito a stravolgere l’immagine di una terra naturalmente ricca per la singolarità del suo patrimonio boschivo , per la purezza delle sue acque, per le spiagge , per le fertili terre di pianura e di collina; certo era ed è purtroppo ancora terra di sfasciume idrogeologico, ma anche ricca di luoghi carichi di millenni di storia, di tradizioni e cultura. Gli ultimi lustri ci consegnano un paesaggio agrario degradato, sfigurato. Terre inquinate dall’attività estrattiva e dall’indotto in nome di uno sviluppo che nega il progresso delle comunità. Si passa da una sana condizione di ruralità dalle elevate potenzialità agro-turstiche, ad uno stato di industrializzazione del “fossile” finalizzato alla crescita e all’espansione dell’industria privata e si rafforza l’idea che la disoccupazione trovi soluzione con l’ industrializzazione e la coltivazione degli idrocarburi, attraverso la creazione di un nuovo indotto e il potenziamento del terziario. Si fa strada  un nuovo modello di sviluppo che deve rottamare il vecchio ed imporsi come nuovo: cioè artificiale, intelligente, innovativo che crea immediatamente ricchezza, utilità. Per chi? Alcuni indicatori ci dicono invece che il reddito medio dei lucani è fra i più bassi del Paese; che la disoccupazione giovanile riflette il valore medio del Mezzogiorno (circa il 48%); che la ricchezza reale al netto di quella riveniente dalla SATA e dall’ attività estrattiva è in calo; che la superficie agricola utilizzabile si è ridotta, così come è in fase di contrazione la consistenza numerica delle aziende del settore primario. Scompaiono le piccole e medie attività commerciali ed artigianali che pur rappresentavano e caratterizzavano le molte comunità lucane. Il livello di istruzione (diplomati, laureati) è di gran lunga inferiore al trend medio nazionale. La viabilità e collegamenti fra i centri abitati e il mondo rurale versano in uno stato di degrado pauroso. I servizi, i tribunali , gli uffici vengono smantellati; la rete ospedaliera e i presidi della sanità pubblica ridimensionati. La messa in sicurezza del territorio dimenticata. Continua l’esodo non solo dalle campagne, ma anche dalle città. I giovani in cerca di lavoro vanno via e molti di essi non fanno più ritorno nella terra natia perché hanno compreso che il modello di sviluppo basato sull’industrializzazione e sullo sfruttamento del fossile si è rivelato fallimentare sia sul piano economico che sociale. Contemporaneamente a causa e per effetto dell’insediamento dell’attività industriale ed estrattiva, si fa strada un nuovo tipo di cultura egemonizzante che si consolida  in quella del “vuoto a perdere”  e dell’utilizzo dei fondi pubblici, non per creare benessere ed elevazione materiale e morale dei lucani, ma per sfruttare e rapinare il territorio; condizione,(…sine qua non per alcuni partiti e alcuni livelli istituzionali) atta a consolidare il potere per il potere attraverso l’istituzione di nuovi enti, agenzie, compagnie, consorzi, gestioni familiaristiche e clientelari. Il processo di consolidamento e di espansione dell’industria estrattiva e logicamente dell’indotto funzionale passa anche attraverso la pratica del voto di scambio che è diventato purtroppo fenomeno diffuso e linfa vitale per vecchi e nuovi partiti dominanti. In sintesi il tanto decantato “modello lucano” da imitare non è che  una “Carta sporca” del decisionismo, del fare e del lasciar fare, e del fare presto a prescindere…
La scelta politico-economica dell’industrialismo come scelta strategica si è rivelata nel complesso e nella risultante ultima come scelta imposta dalle compagnie petrolifere il cui unico interesse è il monopolio del fossile. Gli scandali e non ultimo le dimissioni di Ministri sono la manifesta, tangibile espressione di una consorteria fra una classe politica con ambizioni maggioritarie ben sostenuta dai mass-media e le lobby del potere economico e finanziario che non vogliono conoscere né limiti e né confini. Questo spiega le ragioni per cui molte buone leggi italiane diventano carta straccia e/o annullate da decreti, da emendamenti che perseguono fini tutt’altro che di interesse generale o come dicono lor signori “strategici”.
In definitiva chi ha sostenuto e sostiene il processo di sfruttamento del fossile non ha voluto, più che  saputo, conciliare gli interessi delle politiche industriali con le potenzialità e la vocazione agricola e turistica dell’intero territorio lucano (ruralità, ambiente, parchi, riserve, storia, archeologia, cultura, ecc..).
È sotto gli occhi di tutti il livello di dominio dell’industrialismo, corrotto e corruttore, su altri settori produttivi e in primo luogo sul primario, tanto che mal si sopporta il rinnovato interesse per le tendenze agrariste che ripropongono la valenza economica, sociale e culturale del settore primario quale fattore indispensabile e prioritario per il riscatto di intere aree, comprese quelle marginali
Nella regione Basilicata esistono risorse materiali e morali  per dare inizio ad un nuovo percorso e definire un nuovo “Modello di Sviluppo” basato sulla valorizzazione delle risorse naturali e sulla diffusione di modelli produttivi agro-ambientali conservativi in grado di produrre nuova ricchezza  alimentare di qualità e idonei ad integrarsi con le diverse realtà turistiche organizzate, dal mare ai monti utilizzando al meglio la ricerca e le innovazioni tecnologiche.
Si tratta cioè di attuare un nuovo sistema integrato nelle sue diverse componenti, all’interno del quale si riaffermi il rapporto uomo-ambiente-sviluppo sostenibile nel quadro dei valori della Costituzione Italiana.
IL PORTAVOCE DI TAVOLO VERDE BASILICATA
11/04/2016                                                                                              FRANCESCO M. MALVASI

Documento dell’assemblea pubblica tenutasi il giorno 10 aprile 2016 a Marconia presso la Casa Canonica di San Giovanni Bosco

Comunicato stampa



DIFENDIAMO IL NOSTRO TERRITORIO!

L’ultimo scandalo del petrolio in Basilicata che coinvolge anche il Governo nazionale dimostra come la Regione Basilicata sia stata soltanto luogo di sfruttamento e non terra da salvaguardare e valorizzare per le sue vocazioni naturali. L’attività estrattiva infatti ha portato inquinamento non solo nella Val D’Agri e nella Val Basento; ha ridotto le superfici agricole utilizzabili a colture agro-alimentari e conseguentemente ha costretto centinaia di produttori agricoli ad abbandonare i terreni. L’immagine della Lucania ridente, ricca di acque, di boschi, di pianure ad alta vocazione agricola, di spiagge basse ed accoglienti, è stata lesa da scellerate politiche di sfruttamento e trasferimento di ricchezze nelle mani di pochi. È giunto il momento di fermare la mano devastante della politica che ha favorito e favorisce l’industria petrolifera e quella chimica condannando il territorio, l’ambiente, l’agricoltura e il turismo al depauperamento con disastri ambientali ( inquinamento di corsi fluviali, terreni, ecc.), con rischi gravissimi anche per l’incolumità pubblica. Il nostro territorio ha bisogno di ben altro.


SU QUESTI TEMI

Domenica 10 aprile 2016

alle ore 18:30 nell'Auditorium della Casa Canonica

 di San Giovanni Bosco a marconia


PUBBLICA ASSEMBLEA

05/04/2016

Comunicati stampa

Comunicato stampa
L’agricoltura metapontina, e più in generale quella meridionale, sta vivendo uno dei momenti più drammatici del dopoguerra, non solo per la mancata messa in sicurezza del territorio e per le conseguenze degli ultimi fenomeni alluvionali, ma anche e soprattutto per il crollo dei prezzi dell’ampia gamma dei prodotti ortofrutticoli, ivi comprese, delle carni ovi-caprine e del latte, nonché dei cereali . Il prezzo di quest’ultimi, nel giro di pochi anni, ha subito una flessione del 25%: ovvero, il grano di qualità prodotto nelle nostre aree, nel mese di agosto dello scorso anno, quotava circa 35€/qle, ad oggi non va oltre i 23-24.
La gravissima flessione che colpisce i cerealicoltori  meridionali non è da imputare solo, come vorrebbero farci credere, alle massicce importazioni dall’estero (le navi che scaricano al porto di Bari ne sono un esempio), ma alla mancanza di programmazione e di un’equa gestione dell’intera filiera cerealicola nazionale.
È noto a tutti che, a fronte di un insostenibile prezzo di mercato del grano in azienda, quello dei derivati non flette, anzi tende ad aumentare.
In definitiva, il valore aggiunto viene a concentrarsi nelle mani dell’industria di trasformazione e commercializzazione del prodotto finito; quindi, anche il consumatore non trae alcun beneficio o risparmio da queste vicende che hanno carattere specificatamente speculativo.
Ancor più devastanti sono i riflessi delle politiche “ del  lasciar fare e del lasciar passare” che governano la filiera del comparto ortofrutticolo; bastano alcuni semplici dati per definire il quadro della situazione nella sua diversa articolazione: nel 2002 il prezzo medio degli agrumi si attestava intorno alle 0.40 €/kg. Negli ultimi mesi il prezzo in azienda degli stessi non supera 0.15 €/kg. Nei mercati e nella grande distribuzione (G.D.) il prezzo è 5 volte maggiore.
Segnali a dir poco allarmanti connotano i prezzi delle produzioni orticole tipiche del metapontino, destinate sia al consumo fresco,  che alla trasformazione e conservazione; la gamma finocchi, scarola, carciofi, cavoli, broccoli, ecc. al momento registra prezzi in azienda ridotti addirittura del 50% rispetto all’annata precedente; prezzi tutt’altro che remunerativi  tanto che molti produttori, loro malgrado,  abbandonano centinaia di ettari all’incuria facendo una scelta obbligata per non subire ulteriori perdite.
Cosa fare allora?
Tavolo Verde Puglia e Basilicata, dal canto suo, è impegnato a tutti i livelli nel denunciare lo stato di perdurante crisi che investe il settore agricolo e zootecnico e,  al contempo,  facendosi portavoce dello stato di disagio in cui vivono i produttori agricoli e gli allevatori, chiede un incontro in tempi stretti ai rispettivi Assessori Regionali all’Agricoltura di Basilicata e Puglia per definire i necessari interventi atti a rimuovere le cause che hanno portato all’attuale situazione divenuta oramai insostenibile. 

Marconia, 02/03/2016                                                TAVOLO VERDE BASILICATA             


Comunicato stampa

I disservizi, le vessazioni e i tentativi estorsivi messi in atto dal Consorzio di Bonifica a danno degli agricoltori e del territorio con la complicità del Governo Regionale.

Il commissario del Consorzio di Bonifica, con apposita delibera N.85 del 19/02/15, ha messo in atto ulteriori aumenti dei canoni irrigui e dei veri e propri tentativi estorsivi,  confermando anche il tributo E.I.P.L.I., a danno di tutti coloro i quali sono legati a diverso titolo alle aziende agricole irrigue.
In altri termini, un qualsiasi produttore proprietario o non proprietario di un’azienda agricola servita da impianti irrigui collettivi, riportata nel famigerato elenco dell’utenza morosa (registro delle morti), con la su citata delibera non può usufruire del servizio irriguo, pur volendo pagare in anticipo il relativo canone.
Come se non bastasse, il commissario, sempre con la stessa delibera impone un aumento del canone irriguo che va oltre il 15% ; ciò significa che, per irrigare un ettaro di terreno a domanda per l’anno 2016 e fino a marzo 2017, si pagherà sino a 460 euro.
Le conseguenze di tale provvedimento si vanno ad aggiungere a tutte le altre imposizioni consortili, e, in particolar modo,  al tributo 660 già oggetto di contenzioso fra utenza e Consorzio di Bonifica, poiché ritenuto sproporzionato e irragionevole da parte anche della giurisprudenza (vedi varie sentenze).
Se a ciò aggiungiamo poi il disservizio connesso all’erogazione idrica per uso agricolo, come gli inspiegabili turnazioni, limitazioni di portate, inspiegabili interruzioni di erogazione, mancata sistemazione della rete dei canali di bonifica, qualità dell’acqua erogata,  il quadro viene a completarsi nella sua completa negatività con conseguenze disastrose sui bilanci dell’aziende. Tavolo Verde Basilicata dal canto suo ritiene che sia le politiche consortili, sia il colpevole silenzio del governo regionale vanno ad infliggere un ulteriore colpo al territorio e ai fragili bilanci dei coltivatori, i quali si trovano già a fronteggiare purtroppo la perdurante crisi di mercato dei prodotti agricoli, la crisi economica generale, i diversi balzelli (vedi l’IMU) del governo nazionale, l’incertezza di prospettive e le conseguenze delle calamità naturali e dei disastri ambientali.
I produttori e il mondo agricolo nel suo insieme dicono NO! alle politiche di rapina, di abbandono e di vessazione, volute sia dal governo nazionale che dal Governo Regionale anche attraverso il Consorzio di Bonifica ai danni di chi lavora e 
produce beni e servizi per sé e per gli altri.
Per queste ragioni Tavolo Verde Basilicata invita le autorità regionali competenti, S.E. il Prefetto di Matera, il Commissario del Consorzio di Bonifica ad intervenire in tempi brevi per:
1-      Sospendere l’efficacia della delibera N°85 del 19/02/15 a firma del Commissario del Consorzio di Bonifica.
2-      Ripristinare in tempi stretti il servizio irriguo su tutto il territorio, indispensabile per fronteggiare l’urgenza legata al periodo siccitoso che sta compromettendo irreversibilmente molte colture agrarie e in modo particolare quelle di pregio.
3-      Sospendere o/e revocare gli atti amministrativi inerenti la riscossione del tributo N°660 e di tutte le pendenze a carico dell’utenza relative al tributo irriguo per le annate precedenti, anche perché molti di essi risultano inesatti e non in linea con la reale situazione.
Gli interventi sono tanto più necessari quanto urgenti perché fra i produttori agricoli si è determinato uno stato di esasperazione e di disagio che potrebbe sfociare in manifestazioni dagli esiti non prevedibili per i quali Tavolo Verde Basilicata declina ogni responsabilità.


28/01/16                                                                                                Tavolo Verde Basilicata                                                           

Comunicato stampa


DOCUMENTO APPROVATO DALL’ASSEMBLEA TENUTASI IL GIORNO 22 GENNAIO 2016 NEI LOCALI DELLA DELEGAZIONE COMUNALE DI MARCONIA DI PISTICCI (MT).
L’ Assemblea  tenutasi  il giorno 22 Gennaio 2016 nei  locali della  Delegazione  Comunale  di Pisticci presieduta dal coordinatore nazionale Sen. Paolo Rubino e moderata dal Prof. Pino Gallo, sul tema “ Crisi del settore agricolo e zootecnico e territorio”, dopo ampia ed approfondita discussione ha approvato il seguente documento da inviare al Governo Regionale Basilicata , al Presidente del Consiglio Regionale della  Basilicata, a tutti i Gruppi consigliari regionali , alle forze politiche, sindacali e culturali , a tutti i Sindaci del territorio, al  Prefetto di Matera e a tutti i livelli Istituzionali  affinché  possano intervenire e dare risposte concrete in tempi brevi  alle legittime richieste e rivendicazioni avanzate e condivise  dall’Assemblea.
La criminalità diffusa , nelle sue diverse forme ed articolazioni  che colpisce gli operatori  e i produttori agricoli legati al mondo dell’agricoltura a diverso titolo va fermata con il contributo  di tutti  e in primo luogo  con interventi  preventivi  e attraverso atti concreti  finalizzati ad elevare il senso  e la percezione della sicurezza.
Gli interventi in parola sono tanto più opportuni quanto necessari perché  il mondo agricolo sta vivendo non soltanto  un clima d’insicurezza generale ma anche d’incertezza e di mancanza di prospettive a seguito di una crisi economica generale  che ha assunto carattere strutturale in agricoltura.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti : abbandono delle aziende agricole, esodo dalle campagne ,prezzi dei prodotti agricoli stracciati, costi di gestione aziendale insostenibili.
Imposizioni di balzelli fuori da ogni logica sociale ed economica oltre che giuridica.
A mò di esempio , i tributi fissi (660) imposti dal Consorzio di bonifica in barba ad alcune sentenze della Consulta nazionale costituiscono per i produttori agricoli un costo insopportabile .  Parimenti  il costo dell’acqua per uso agricolo .
Non meno grave si rivelano le conseguenze  di una mancata programmazione dell’attività agricola da parte della Regione Basilicata in relazione ai fondi a copertura del prossimo P.S.R  per la cui elaborazione e presentazione non sono stati mai investiti, coinvolti i veri protagonisti dell’agricoltura, cioè chi produce beni e servizi per le comunità;
Interventi razionali e finalizzati allo sviluppo e all’occupazione che richiede il territorio nel suo insieme per sollevarlo dallo stato di abbandono in cui versa anche in seguito alle conseguenze degli eventi alluvionali del 2011 e 2013 oltre che ai mancati interventi mantenutivi la cui responsabilità in primis va in capo agli Enti Strumentali regionali quali Autorità di bacino, Autorità di sorveglianza e non ultimo Consorzio di bonifica.
Non secondaria è l’importanza dello stato disastroso  delle infrastrutture pubbliche  del territorio: strade impercorribili, strade comunali e provinciali non riabilitate al traffico,  opere di bonifica abbandonate ed inadeguate alla sicurezza del territorio; anzi hanno costituito e possono costituire  causa di un ulteriore indebolimento dell’assetto geomorfologico ed idrogeologico dell’intero territorio.
Per tutte queste ragioni l’Assemblea all’unanimità chiede alle autorità in indirizzo ad ognuna per le proprie competenze  di mettere in atto i seguenti provvedimenti:
1)     Che i fondi a copertura del P.S.R vengano destinati  direttamente per l’ 80% alle aziende agricole che presenteranno piani di sviluppo finalizzati ad elevare lo sviluppo e il livello occupazionale.
2)     Interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio ivi comprese vere opere di bonifica nella accezione più ampia del termine
3)     Misure economiche a sostegno del reddito di chi lavora la terra e svolge opera di presidio del territorio e dell’ambiente .
4)     Interventi diretti e specifici a sostegno dell’agricoltura conservativa e dell’impresa che rispetta la biodiversità.
5)     Sostegno alle forme associative e di cooperazione moderne e futuristiche la cui centralità è rappresentata dall’azienda agricola che produce beni e servizi nell’interesse generale e collettivo .
6)     Bandi a favore dei giovani con specifici titoli ed esperienze nel settore agro ambientale e o agroalimentare .
7)     Riconoscimento dell’area metapontina e plaghe limitrofe ad “ AREA AD ALTO VALORE AGRICOLO E TURISTICO” .
8)     Politiche agricole,  programmi, e progetti per la valorizzazione e promozione di tutte le produzioni agroalimentari tipiche della Puglia e Basilicata comprese quelle delle carni e del settore lattiero caseario.
I produttori agricoli, gli allevatori e tutti coloro i quali ,a diverso titolo sono legati al mondo dell’agricoltura auspicano che il presente documento possa essere recepito nella sua importanza.
Al contempo Tavolo Verde di Basilicata invita tutte le organizzazioni di categoria, le forze sindacali e politiche e tutte le associazioni culturale d’ispirazione democratica  a sostenerlo e a diffonderlo nelle diverse istanze. 

24/01/2016




Comunicato stampa

Al Signor Sindaco del comune di Pisticci
 Regione Basilicata – Dipartimento agricoltura – Ufficio usi civici
 Potenza
L’ assemblea tenutasi il giorno 22 Gennaio 2016 nei locali della Delegazione comunale di Marconia di Pisticci, dopo ampia ed approfondita discussione sul tema “ Crisi del settore agricolo e zootecnico e territorio “ all’unanimità dei voti ha approvato il presente documento da inviare a chi di competenza .
Premesso
 che il Perito demaniale appositamente nominato dalla Regione Basilicata ha accertato la natura giuridica dei terreni attraverso un attento lavoro iniziato il 4 Ottobre 2014 in forza della delibera del Consiglio Comunale di Pisticci di pari data;
che i terreni in parola risultano essere “ Terreni demaniali gravati da usi civici “ ;
che l’Amministrazione Comunale di Pisticci ciò nonostante persevera con atti di notifica a chiedere agli utenti dei terreni demaniali il “Canone di fitto” non solo per gli anni precedenti, ma anche per l’ultimo biennio;
che il fitto non può essere applicato come tributo o imposizione su terreni demaniali ( vedi diverse sentenze e leggi);
che tali notifiche generano confusione, disorientamento nell’utente a tal punto da incrinare il costruttivo rapporto fra utenza, Perito demaniale e Amministrazione,
Tanto premesso si chiede all’ Amministrazione Comunale di Pisticci di sospendere e /o revocare a far data dalla ricezione del presente documento, tutti gli atti amministrativi prodotti dal Settore finanziario a firma della Dott.essa G. Daranno e dall’Ufficio patrimonio a firma  della Dott.essa Pizziferri inerenti la gestione dei terreni demaniali gravati da usi civici.
22 Gennaio 2016                                                                            Tavolo Verde Basilicata



Comunicato stampa

Oltre alla perdurante crisi economica, oltre ai fenomeni di criminalità diffusa, oltre ai danni alluvionali, alle imposizioni fiscali, tributi e balzelli non dovuti che soffocano il settore agricolo, vanno segnalate e denunciate purtroppo anche alcune azioni amministrative che spesso originano degli atti ostili per i produttori agricoli, che con passione e con ragione si dedicano oltre che a produrre beni, anche a difendere e salvaguardare il territorio e l’ambiente.
Considerazione questa che è maturata a seguito del rilascio da parte dell’Ufficio Patrimonio del Comune di Pisticci di alcuni attestati di conduzione e coltivazione di terreni demaniali gravati da usi civici recanti la firma del dirigente dell’ufficio stesso. Gli attestati sembrerebbero non essere in linea con la reale situazione circa il possesso, la conduzione e la coltivazione dei terreni in parola.
Infatti con alcuni atti discrezionali e dubbi, l’Ufficio comunale per il patrimonio, sembrerebbe aver attribuito la conduzione e la coltivazione di alcuni terreni demaniali a soggetti che mai hanno posseduto, condotto e coltivato detti terreni. Nel fare ciò viene calpestato il diritto di tutti quei soggetti che da anni con il proprio lavoro e con le proprie risorse economiche, hanno coltivato, migliorato e tutelato il demanio anche da atti vandalici compresi quelli di trasformare parte del demanio pubblico in discariche abusive.
Per questi produttori legati al territorio per tradizione e per cultura ciò si traduce non solo in un enorme danno economico, ma, soprattutto, in un atto che calpesta la dignità della persona e del proprio lavoro!
 Per Tavolo Verde, la produzione da parte di Pubblici Uffici di atti discrezionali e dubbi, come quelli innanzi citati, rappresentano e contribuiscono ad alimentare sfiducia nelle Istituzioni e nei riguardi degli Enti locali. Al contempo alimentano nel cittadino l’idea che i rapporti giuridici, con azioni artate, possono essere facilmente messi in dubbio senza la possibilità di ricevere tutela alcuna. La gravità di quanto accaduto è accentuata dalla circostanza che le dubbie attestazioni di conduzione denunciate sono state prodotte proprio nel momento in cui il Perito Demaniale designato dalla Regione Basilicata sta concludendo la sua opera di accertamento e verifica dei terreni demaniali. Ciò significa che detti terreni al termine dell’ Iter amministrativo verranno riconosciuti come bene reale nella piena disponibilità degli aventi diritto. Il tentativo quindi di attribuire la conduzione di detti terreni a soggetti che non li hanno mai condotti e che nulla hanno avuto mai a che fare, di fatto, con il mondo dell’agricoltura, potrebbe rappresentare un atto finalizzato ad incrementare la criminalità nel settore agricolo e contemporaneamente esporre l’ambiente a tentativi di rapina di ogni genere. Contestualmente gli aventi diritto vengono esposti, cioè chi nel corso degli anni ha condotto e migliorato i terreni, a elevati rischi!
È doveroso chiedersi perché ciò accada?
In questa situazione è necessario che tutte le forze politiche ed istituzionali ed in primo luogo l’Amministrazione Comunale di Pisticci,  facciano luce su quanto è stato denunciato, in modo da porre fine a questo fenomeno!
18/01/2016                                                                                                                                      TAVOLO VERDE BASILICATA

Comunicato stampa
Un fenomeno da non sottovalutare
Uno dei settori più colpiti dalla criminalità, nelle sue disparate forme, è quello agricolo.
Furti di macchine ed attrezzature avvengono oramai sistematicamente. Furti con scasso nei centri aziendali per sottrarre gasolio sono all’ordine del giorno. Attrezzature varie e mezzi tecnici sottratti furtivamente, non solo di notte,ma anche di giorno da gruppi organizzati, non si contano più. Denunce di smarrimento di bestiame  allevato allo stato brado non sono poche. Non siamo a conoscenza di dati ufficiali su questo tipo ti attività delittuosa, ma quasi certamente negli ultimi cinque anni vi è purtroppo un incremento dell’attività a delinquere che colpisce indistintamente sia le piccole che le grandi aziende, sia quelle di tipo estensivo sia quelle di tipo intensivo. Vittime delle operazioni criminali sono in primo luogo coloro i quali si dedicano con passione all’attività agricola lavorando in prima persona i campi; meno invece, per entità del danno chi si sta allontanando dalla conduzione della terra. Perché mai questo fenomeno? Le interpretazioni agli esperti di sociologia.
Certo è che sull’intero territorio il valore dei mezzi tecnici furtivamente sottratti dalle aziende e dalle case di campagna e dai campi, negli ultimi cinque anni, è stato stimato intorno alle 800.000 euro. Se a questo dato aggiungiamo il dato del bestiame smarrito e quello furtivamente sottratto agli allevatori la cifra supera i 900.000. Tale preoccupante e diffuso fenomeno ingenera disaffezione verso la campagna in tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno subito i danni, e che al contempo percepiscono l’insicurezza nell’attività accentuata ulteriormente dalla perdurante crisi del settore. Parallelamente al fenomeno criminale,compreso anche quello di tipo estorsivo, si fa strada purtroppo anche    “ l’opera” di alcuni dirigenti e funzionari degli enti locali e regionali incapaci e sporcaccioni, ma con funzioni specifiche nel settore amministrativo ( demanio, patrimonio, ambiente ecc..) ad alimentare incertezze e disprezzo per il bene terra, e più in generale per il presidio del territorio e dell’ambiente. Sicuramente in questo quadro, per certi versi oscuro, vi è anche la responsabilità indiretta di alcune sfere della politica che non intendono comprendere quanto sia importante per la crescita e lo sviluppo del territorio garantire certezze e sicurezza ,a chi a diverso titolo è legato al mondo dell’impresa agricola sociale; e quanto invece sia dannoso non prevenire e non fermare chi invece pensa e attua un’agricoltura di rapina. Da qui la improcrastinabile necessità di riproporre all’attenzione dei diversi livelli istituzionali ed amministrativi, l’importanza strategica del settore agricolo, non solo nella crescita economica e sociale, ma anche nel contribuire ad arginare fenomeni lesivi dei diritti collettivi. Così come è necessario elevare attraverso atti concreti la percezione della sicurezza individuale e generale. Tematiche di attualità i cui riflessi incidono su tutte le componenti sociali e nella tutela e salvaguardia ambientale.
                                                                                                           Tavolo Verde Basilicata.
11/01/16                                                                            



Comunicato stampa

“Lettera aperta al neo-Assessore all’agricoltura della Regione Basilicata e ai parlamentari eletti nella Regione Basilicata”
Il settore agricolo-zootecnico della Regione Basilicata sta attraversando una dei momenti più critici dell’ultimo ventennio; crollo dei prezzi dei prodotti agricoli e del latte: il prezzo del grano in azienda non va oltre le 28 euro/quintale, quello del clementino non supera i 20. Nell’insieme i prezzi degli ortofrutticoli estivi ed autunnali, rispetto all’ultimo quinquennio, hanno subito una flessione stimata di circa il 10%; il prezzo del latte bovino è fermo a 37 centesimi al litro. Per contro le aziende agricole acquistano mezzi tecnici i cui prezzi di mercato nell’ultimo decennio hanno subito un incremento intorno al 15% ( vedi concimi, antiparassitari, macchine ed attrezzi agricoli, tributi consortili, ecc.) Per non parlare poi delle migliaia di tonnellate di produzioni rimaste invendute e marcite nei campi. In termini strettamente economici il potere d’acquisto o potere di scambio dei produttori agricoli e degli allevatori si è ridotto rispetto al 2000 del 30-40% il che ha determinato un accelerazione del processo di abbandono di molte aziende agricole. Gli ultimi dati statistici relativi al numero delle aziende ci dicono che nella sola provincia di Matera si è verificata una contrazione paurosa del numero delle aziende iscritte come ditte alla Camera di Commercio. Se poi a questi dati aggiungiamo quello relativo alle imprese soffocate dai debiti contratti con le banche e quelle con esposizione debitoria con l’equitalia viene a delinearsi un quadro economico produttivo a dir poco allarmante. Sul piano strettamente produttivo il settore agricolo regionale e specificatamente quello metapontino negli ultimi dieci anni ha subito una perdita di ricchezza di circa il 30%. Quindi flessione produttiva sia in termini relativi che in termini assoluti; le conseguenze del disastro sono sotto gli occhi di tutti: aumento della disoccupazione, senilizzazione degli addetti al settore e abbandono di superfici agricole. Le ragioni di fondo che hanno determinato tale stato di fatto vanno si ricercate nella crisi economica generale che investe il mondo occidentale e nella globalizzazione, ma vanno ricercate anche e soprattutto nella mancanza di adeguate politiche agricole regionali e nazionali le quali hanno considerato il comparto agro-zootecnico secondario nel quadro dell’economia complessiva. È necessario quindi riproporre il settore agricolo come settore strategico per il rilancio dell’economia, occupazione e tutela e salvaguardia dell’ambiente. Per questo non può essere eluso il problema della messa in sicurezza del territorio abbandonato a se stesso e come se non bastasse colpito e impoverito dagli eventi alluvionali del 2011 e 2013, per i quali i più gravi danni sono stati subiti dalle aziende agricole, ovvero dai produttori (ai privati danneggiati non è arrivata nemmeno l’ombra dei risarcimenti previsti). In secondo luogo i fondi comunitari previsti per PSR dovranno avere come priorità la Valorizzazione e potenziamento delle aziende agricole che producono beni di qualità destinati all’alimentazione e che assicurano occupazione stabile alle forze giovanili anche attraverso l’adozione di innovazioni tecnologiche finalizzate all’AGRICOLTURA CONSERVATIVA. Va rivisto il rapporto fra settore produttivo agricolo e comparto di trasformazione e commercializzazione: è assurdo che quest’ultimo si appropri di tutto il valore aggiunto delle produzioni agroalimentari. Va ripensato il rapporto fra gli obblighi di legge a cui i produttori agricoli vengono sottoposti e il libero mercato: come può un qualsivoglia produttore agricolo reggere la concorrenza di mercato se è sottoposto soltanto agli obblighi e non è garantito nella vendita  dei propri prodotti a prezzi convenienti? In questo senso il Governo nazionale e il Governo regionali hanno poteri per garantire le produzioni, quindi i produttori, ma anche garantire i consumatori  da speculazioni economiche e finanziarie. Una riflessione più puntuale richiede l’incidenza dei costi dei servizi collettivi pubblici gestiti direttamente o indirettamente dalla regione Basilicata: i consorzi di bonifica non possono continuare a vessare impunemente migliaia di aziende agricole con canoni fissi e irrigui insostenibili per gli agricoltori! I produttori agricoli non possono attendere anni e anni per realizzare progetti di adattamenti e miglioramenti fondiari a causa di inconcepibili lentezze burocratico - amministrative le cui conseguenze si manifestano in sfiducia verso le istituzioni e i partiti politici, ma anche verso le organizzazioni di categoria. Va cioè riconsiderato in tutti i suoi aspetti il rapporto tra il mondo del lavoro e della produzione e i livelli amministrativi; questi devono essere a disposizione del mondo agricolo e non viceversa! Il Governo regionale, al pari di quello Nazionale, ognuno per le proprie competenze, può svolgere una funzione importante e determinante nel definire una seria programmazione  nel conciliare, in una logica di interesse generale e collettivo, gli aspetti della convenienza economica dell’azienda agricola, con quelli occupazionali e sociali, oltre che con quelli del rispetto e salvaguardia dell’ambiente. È opinione diffusa che l’abbandono dell’agricoltura determina l’abbandono dell’ambiente e del territorio. È radicata l’idea che non ci può essere agricoltura senza l’impegno di braccianti e tecnici; così come è convinzione comune quella che i nostri territori, così come nel passato, debbano continuare a produrre cibo sano e di qualità per il fabbisogno interno ed estero. QUESTA E’ PER GLI AGRICOLTORI CHE ADERISCONO AL TAVOLO VERDE BASILICATA IL SIGNIFICATO DI “AGRICOLTURA SOCIALE”
Scelte politiche che incentivano indirizzi produttivi verso colture di tipo industriale sono da considerarsi sbagliate e speculative e non già rispondenti alla necessità di crescita e di progresso. Parimenti sono da ritenersi speculativi quegli indirizzi finalizzati a subordinare l’agricoltura  al comparto industriale e alla ricerca sperimentale delle multinazionali.
Questi sono soltanto alcuni punti che Tavolo Verde di Basilicata pone all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini con l’auspicio che possano costituire una base di riflessione per rilanciare il settore agricolo della nostra regione.

27/11/2015                                                                                                                                      TAVOLO VERDE BASILICATA


Comunicato stampa

Per l'ennesima volta Tavolo Verde Basilicata, a nome di tutta l'utenza del Consorzio di Bonifica Bradano e Metaponto, chiede all'ente in parola e agli Assessori regionali competenti in materia di agricoltura e territorio di assumere le necessarie ed opportune iniziative affinché venga posta la parola fine alle insostenibili imposizioni poste in essere dal Consorzio di Bonifica relative al costo per l'utenza del servizio irriguo: si fa presente che l'applicazione della delibera del Consorzio di Bonifica dei mesi scorsi circa la nuova gestione e i costi delle acque ad uso agricolo comporta di fatto per i produttori orticoli un aumento sconsiderato del prezzo dell'acqua a domanda; tanto per fare un esempio a partire dal mese di settembre fino mese di maggio per la stessa coltura il produttore dovrà pagare la somma pari a 460€/ha solo per il servizio irriguo. In definitiva il Consorzio di Bonifica, commissariato dal Governo regionale, impone tributi inaccettabili sotto il profilo costo qualità del servizio, per le conseguenze negative sull' intero settore agricolo nel momento in cui la crisi generale, economica, sociale ed occupazionale ha raggiunto i più alti livelli. Il rilancio del settore primario e specificatamente quello del comparto ortofrutticolo possa avvenire anche o soprattutto attraverso la riduzione dei costi di produzione e attraverso l'ottimizzazione dei fattori produttivi. Nel caso specifico l'elevato costo dei servizi (disservizi) gestiti dal Consorzio ha assunto carattere limitativo se non addirittura proibitivo per l'attività di impresa e per la produzione di beni agroalimentari. Tavolo Verde per tanto chiede la rivisitazione di tutte le imposizioni consortili attraverso la modifica e rettifica della citata delibera e al contempo la sospensione degli effetti della stessa rimarcando il diritto dell'utenza ad essere protagonista e non cià controparte di un ente che pur essendo strumentale, che ha carattere pubblico perché finanziato da fondi della comunità. Tavolo Verde fiducioso nelle funzioni democratiche delle Istituzioni e del Governo regionale attende positivi riscontri in tempi stretti. Si comunica inoltre che la scrivente associazione ha proclamato lo stato di agitazione su tutto il territorio affinché vengano affrontati e risolti anche i problemi connessi alle funzioni e attività del Consorzio di Bonifica.
12/10/2015                                                  TAVOLO VERDE BASILICATA



Comunicato stampa

Per l'ennesima volta Tavolo Verde Basilicata, a nome di tutta l'utenza del Consorzio di Bonifica Bradano e Metaponto, chiede all'ente in parola e agli Assessori regionali competenti in materia di agricoltura e territorio di assumere le necessarie ed opportune iniziative affinché venga posta la parola fine alle insostenibili imposizioni poste in essere dal Consorzio di Bonifica relative al costo per l'utenza del servizio irriguo: si fa presente che l'applicazione della delibera del Consorzio di Bonifica dei mesi scorsi circa la nuova gestione e i costi delle acque ad uso agricolo comporta di fatto per i produttori orticoli un aumento sconsiderato del prezzo dell'acqua a domanda; tanto per fare un esempio a partire dal mese di settembre fino mese di maggio per la stessa coltura il produttore dovrà pagare la somma pari a 460€/ha solo per il servizio irriguo. In definitiva il Consorzio di Bonifica, commissariato dal Governo regionale, impone tributi inaccettabili sotto il profilo costo qualità del servizio, per le conseguenze negative sull' intero settore agricolo nel momento in cui la crisi generale, economica, sociale ed occupazionale ha raggiunto i più alti livelli. Il rilancio del settore primario e specificatamente quello del comparto ortofrutticolo possa avvenire anche o soprattutto attraverso la riduzione dei costi di produzione e attraverso l'ottimizzazione dei fattori produttivi. Nel caso specifico l'elevato costo dei servizi (disservizi) gestiti dal Consorzio ha assunto carattere limitativo se non addirittura proibitivo per l'attività di impresa e per la produzione di beni agroalimentari. Tavolo Verde per tanto chiede la rivisitazione di tutte le imposizioni consortili attraverso la modifica e rettifica della citata delibera e al contempo la sospensione degli effetti della stessa rimarcando il diritto dell'utenza ad essere protagonista e non cià controparte di un ente che pur essendo strumentale, che ha carattere pubblico perché finanziato da fondi della comunità. Tavolo Verde fiducioso nelle funzioni democratiche delle Istituzioni e del Governo regionale attende positivi riscontri in tempi stretti. Si comunica inoltre che la scrivente associazione ha proclamato lo stato di agitazione su tutto il territorio affinché vengano affrontati e risolti anche i problemi connessi alle funzioni e attività del Consorzio di Bonifica.
12/10/2015                                                  TAVOLO VERDE BASILICATA



Comunicato stampa

Oggetto: Gli agricoltori del Tavolo Verde Basilicata diffidano e mettono in mora il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto.
Di fronte al continuo rifiuto da parte dei rappresentanti del Consorzio di Bonifica e dei competenti Dipartimenti della Regione Basilicata a discutere  e a risolvere alcuni problemi del territorio, Tavolo Verde di Basilicata si vede costretto, dopo aver più volte percorso le vie politiche e sindacali, a diffidare formalmente il Consorzio di Bonifica in parola inviando copie della diffida a chi di competenza. Nel merito gli agricoltori di Tavolo Verde lamentano l’impossibilità di svolgere la propria attività produttiva a causa degli enormi disagi che quotidianamente sono costretti a fronteggiare. Situazione, questa, causata dal completo abbandono del territorio lucano ed in particolare del metapontino. È notorio come il nostro territorio sia esposto, senza alcuna difesa e misura concreta, a fenomeni di dissesto idrogeologico; come sistematici e ciclici siano divenuti i fenomeni alluvionali; quotidiane sono le denunce di carenza infrastrutturale del territorio che si materializzano nell’isolamento di molte aziende agricole a causa della carenza di vie di comunicazione. Molti di questi fenomeni sono dovuti all’inadeguatezza, se non proprio inefficienza, dell’opera del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Nello specifico, il Consorzio è fortemente deficitario nell’azione di tutela del territorio. Infatti manca del tutto l’opera di pulizia dei canali. Opera, questa, fondamentale per la tutela delle aziende agricole, la cui assenza è motivo di allagamenti e distruzione. L’inadempienza del consorzio è inspiegabile anche alla luce dell’enorme gettito che riceve dai vari utenti attraverso il pagamento dei tributi dovuti al citato Ente. Altro punto dolente, è rappresentato dal diverso costo dell’acqua che le varie aziende sono costrette a subire, nonché alla disparità di trattamento nell’accesso alle bocchette causato dalla scarsità delle stesse. Tale situazione deve essere rimossa attraverso maggiori stanziamenti ed investimenti infrastrutturali da parte del Consorzio.

06/10/2015                                                                                                                              TAVOLO VERDE BASILICATA



Comunicato stampa

RIFLESSIONI E SPUNTI PER IL RILANCIO DELL’AGRICOLTURA, DIFESA E SVILUPPO DEL TERRITORIO

La crisi economica che investe il nostro Paese si riflette anche e soprattutto sul settore primario e, in particolar modo, sull’agricoltura. Il mondo agricolo, quindi, con tutte le sue componenti, non è una delle cause della crisi, ma è una delle vittime delle politiche nazionali ed europee, compresa quella regionale; politiche che hanno sposato a pieno la cosiddetta globalizzazione, anzi,  l’hanno allargata al settore primario esponendolo alle rapine delle multinazionali, dei poteri forti e dello spietato comparto di trasformazione e commercializzazione dei beni alimentari . Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: prezzi dei prodotti agroalimentari in azienda stracciati, se non addirittura zero quando la produzione resta invenduta; prezzi degli stessi beni, o derivati da essi al consumatore,  triplicati, se non addirittura dieci volte maggiore.  Per cui ci si trova di fronte al paradosso: “gli agricoltori produttori sostengono tutti i costi e tutti i rischi della produzione, guadagnando poco, se non andando in perdita; al consumatore vengono imposti prezzi da quattro a dieci volte il costo di produzione”.  Conseguentemente il valore aggiunto dei beni agroalimentari finisce nelle mani, il più delle volte sporche, dell’industria di trasformazione e di commercializzazione che. Per non parlare poi delle speculazioni finanziarie fatte su beni e prodotti derivati di prima necessità: il prezzo del grano a Luglio si attestava  intorno ai 30€ al quintale, in questi giorni sta perdendo quota. Le politiche agricole a tutti i livelli, invece di programmare produzioni e garantire reddito ai produttori agricoli, plaudono e sostengono la libertà d’impresa e la concorrenza sleale danneggiando sia i produttori che i consumatori. Il potere d’acquisto degli agricoltori nell’ ultimo quinquennio è passato da 100 a 30, ovvero i prezzi dei mezzi tecnici sono aumentati mediamente del 20%, mentre i prezzi di mercato dei prodotti agricoli in azienda sono diminuiti tra i 10 e il 15% . Le conseguenze dirette di tali situazione e scelte sono sotto gli occhi di tutti: mentre nel 2000 gli addetti stagionali giornalieri erano circa 2000, oggi non superano i 1400. Sempre nello stesso periodo da 5000 aziende agricole si è passati a non più di 2300. Tutte chiuse o fallite oppure affogate dai debiti contratti con le banche. Dov’era e dov’è la classe dirigente europea, nazionale e regionale, mentre il nostro territorio  e la nostra economia vengono depauperati ed abbandonati? Dov’è la regione Basilicata di fronte alle richieste di migliorare i servizi in agricoltura come quelli in capo al Consorzio di Bonifica? Quali sono le scelte di politica agraria, della Comunità europea e della regione finalizzate a ridurre i costi aziendali? Quali le iniziative del settore pubblico per valorizzare le nostre  produzioni agricole?. Quali gli interventi a sostegno della piccola e media azienda agricola per assicurare reddito e stabilità a chi in essa organizza e lavora? Quali le misure e gli interventi dello Stato e della Regione per tanti prodotti invenduti che marciscono nei campi mentre potrebbero essere  raccolti, trasformati e dati in beneficienza o immessi sul mercato a prezzi minimi al fine di garantire la copertura dei costi del produttore e minime spese per il consumatore? Per non parlare poi dei ritardi, dei lacci e lacciuoli della burocrazia soffocante  la cui vitalità è legata al connubio con la classe dirigente a tutti i livelli con conseguenze disastrose sul mondo agricolo che intende continuare a produrre guardando lontano. Che dire poi della disastrosa politica di programmazione e di investimento dei fondi europei a favore del settore primario?; la Regione Basilicata riesce a spendere appena il 60% dei fondi del P.S.R. , mentre la restante parte non si capisce bene dove va a finire.  Di quel 60%, alle aziende agricole arrivano solo le briciole, il resto viene finalizzato a finanziare attività che producono poco in termini di sviluppo ed occupazione, per cui va rivisto il binomio spesa-efficienza, ma soprattutto va ripensata la spesa pubblica alla luce della nuova idea che si fa strada fra gli agricoltori che è quella “dell’agricoltura sociale”; quell’attività cioè che impiega le risorse materiali e immateriali del mondo agricolo per assicurare reddito, promuovere l’inclusione sociale di persone svantaggiate o che non trovano lavoro. Va, cioè,  istituzionalizzato attraverso regolamenti e direttive comunitarie, leggi nazionali e regionali il principio che “ l’agricoltura è settore non solo con funzione economica ma anche sociale,occupazionale e di tutela dell’ambiente.E in questo senso va rivisto, con una nuova normativa, il rapporto fra il comparto prevalentemente produttivo di beni agroalimentari e il comparto della conservazione, trasformazione e commercializzazione al fine di riconoscere la funzione sociale di chi produce (agricoltori). Va di fatto riconosciuto all’agricoltura il ruolo  prioritario nel processo di sviluppo e di progresso sia nelle società avanzate che in quelle in via di sviluppo. Il Meridione d’Italia e, in particolar modo la Basilicata, ha tutti i requisiti per essere inclusa in un nuovo modello di sviluppo agroambientale sostenibile in cui l’agricoltura sia fattore di crescita e di progresso materiale e morale.

3 OTTOBRE 2015                                                                               TAVOLO VERDE BASILICATA



Comunicato stampa

Domenica 4 ottobre 2015 importante Giornata di Protesta e di Proposta a Marconia in Piazza Elettra del Mondo Agricolo e di coloro che a diverso titolo sono legati al settore primario. Sarà un appuntamento che vedrà impegnati produttori e consumatori per ribadire ancora una volta il ruolo che l’agricoltura ha nella società, nell’assicurare e garantire cibo e contribuire ad elevare la qualità della vita, anche attraverso il presidio del territorio. All’appuntamento parteciperanno personalità di rilievo del mondo dell’agricoltura, dell’associazionismo, della cultura e della politica. La prima parte della giornata sarà dedicata all’incontro con i giovani e con gli studenti di agraria al fine di promuovere i valori sociali ed economici legati e custoditi dall’agricoltura cosiddetta sociale. Nel pomeriggio un dibattito a più voci farà il punto sullo stato di crisi in versa il sistema agroambientale e presenterà un pacchetto di proposte a chi ha il compito di programmare e attuare le politiche agricole e al contempo rivolgere l’invito alle diverse componenti sociali e culturali a sostenere chi produce per sé e per gli altri i prodotti agroalimentari. Lo slogan della manifestazione è “SENZA AGRICOLTURA E SENZA AGRICOLTORI NON CI PUO’ ESSERE FUTURO DI SVILUPPO E DI PROGRESSO
PS – Comunicato stampa elaborato dagli studenti dell’ Istituto Agrario per conto di Tavolo Verde di Puglia e Basilicata.

30/09/2015                                                                                                                           TAVOLO VERDE BASILICATA




Comunicato stampa


A MARCONIA IN PIAZZA ELETTRA IL 4 OTTOBRE 2015 “ GIORNATA DI PROTESTA E DI PROPOSTA PER IL RILANCIO DELL’AGRICOLTURA E LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO”

Programma:
ore 10:00             inizio manifestazione con apertura stand e divulgazione materiale illustrativo
ore 10:30             promozione dei prodotti agroalimentari tipici del territorio
ore 11:00             incontro con i giovani imprenditori e con gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario sul tema “la cultura e l’istruzione agraria a sostegno della piccola e media azienda agricola e in difesa  dell’ambiente”
ore 12:00             attività di orientamento a favore dell’istruzione agraria

ore 17:00             riapertura stand ed esposizione
ore 18:00             inizio spettacolo musicale
ore 19:00             inizio dibattito con personalità dell’imprenditoria agricola, della cultura e dell’istruzione agraria e del mondo politico e sindacale sui temi:
·         Difesa del territorio e servizi in agricoltura
·         Consorzio di bonifica Bradano e Metaponto
·         Valorizzazione dei terreni ad uso civico
·         La fiscalità a carico dell’impresa agricola
·         Rapporto agricoltura e industria e cooperazione
·         Sbocchi commerciali per le produzioni agroalimentari
·         Valorizzazione delle risorse agroalimentari del metapontino
ore 21:00             continuazione dello spettacolo musicale
25/09/2015                                                                                        TAVOLO VERDE BASILICATA




Comunicato stampa


Sabato 23 maggio assemblea generale del mondo agricolo nei locali della Delegazione comunale di Marconia dalle ore 18.00 alle ore 21.00,  per fare il punto sullo stato di crisi in cui versa il settore agricolo,  anche in seguito agli ultimi eventi calamitosi, e sulle prospettive di crescita ed occupazionali del territorio.
 Interverranno:
·       Dott.ssa Francesca Leone – ass.re al Comune di Pisticci;
·       Michele Ottati – ass.re regionale all’agricoltura Basilicata;
·       Prof. Francesco Malvasi – portavoce Tavolo Verde Basilicata.
Parteciperanno all’iniziativa Organizzazioni di categoria, sindacati, forze politiche ed associazioni culturali.

   Marconia 18/05/2015                                                                              Tavolo Verde Basilicata



Comunicato stampa


Tavolo  Verde Basilicata risponde al Presidente della commissione patrimonio comune di Pisticci
Per amor del vero si puntualizza quanto segue riferendoci alla strana risposta del avv. Gaetano Esposito apparsa su Pisticci.com il 14/05/15 relativa al comunicato stampa di Tavolo Verde Basilicata sull’ amministrazione Di Trani (questione usi civici):
-Tutti conoscono il ruolo propositivo di Tavolo Verde Basilicata, per sino le pietre, tranne il Presidente della Commissione Patrimonio che lo definisce fantomatico: eppure ogni qual volta che l’ organizzazione dei produttori agricoli ha assunto iniziative pubbliche su tematiche specifiche come quella “ terreni demaniali gravati da usi civici” è stato sempre formalmente invitato a partecipare.   Non è stato mai presente.
-Il Presidente invitato ad esprimere il suo pensiero sull’ incredibile vicenda accaduta nelle sedi della Regione Basilicata il giorno 8 u.s. su atti che riguardano il comune di Pisticci, quindi anche la commissione patrimonio, dichiara: “ non mi esprimo sull’ asserito contrasto tra l’ ufficio comunale e quello regionale “. Tale dichiarazione fa presupporre che l’ amministratore Esposito non conosca la differenza sostanziale tra terreni di proprietà e terreni demaniali o fa finta di non conoscerla. Da qui il colpevole silenzio del Presidente della Commissione che permette all’ Ufficio Patrimonio di indicare i terreni demaniali come se fossero terreni di proprietà comunale. Questo significa che arbitrariamente l’ amministrazione comunale ritiene i terreni riconosciuti e certificati dalla regione Basilicata come terreni demaniali, di sua proprietà in un clima di distrazione totale. Come dire il grande Totò vendendosi la fontana di Trevi,  ad alcuni turisti Americani in visita a Roma, la considerasse di sua proprietà mentre tutti sapevano che tale capolavoro era ed è un bene pubblico. Il film che riporta la scena probabilmente fa parte anche del bagaglio delle conoscenze dei nostri amministratori.
-Alla domanda perché mai avesse presentato una modifica alla legge regionale n°57 che disciplina gli usi civici, (proposta ritenuta all’ unanimità dei presenti, del gruppo di lavoro regionale, irricevibile), l’avv. Esposito risponde “ per quale ragione dovrei dar conto della mia attività svolta…”. Guarda caso il Presidente della commissione Patrimonio al Comune di Pisticci a cui è affidato l’importantissima funzione di esaminare tutti gli atti relativi al patrimonio disponibile e tutte le questioni inerenti i terreni demaniali gravati da usi civici, risponde  come se fosse un privato cittadino fuori dal mondo e senza collegamenti diretti o  indiretti con le istituzioni. Strano modo di concepire la cosa pubblica, la democrazia, la trasparenza e il legame fra cittadini ed istituzioni.
- Alla domanda quali sono i termini della proposta di modifica e in che maniera possono incidere sulla avviata opera di verifica affidata al perito Demaniale, l’avv. Esposito diventa completamente muto.
Ritrova invece la parola quando si  lascia andare ad illazioni ed a ipotesi sperticate parlando di figuri e di soggetti che avrebbero perseguito i propri interessi personali mentre rivestivano cariche pubbliche.
Per quanto riguarda Tavolo Verde possiamo rassicurare il taciturno, a fasi alterne, Presidente della commissione Patrimonio del comune di Pisticci che nell’organizzazione autorevolmente rappresentata dal portavoce Francesco Malvasi, non esistono ne figuri, ne figurine, ne figurone e ne figuracce. Così come non esistono soggetti che hanno tratto profitto dalla Pubblica Amministrazione quando coprivano incarichi pubblici. Simili prototipi, figuri e figuracce cercatele altrove: sicuramente le troverete negli ambiti dell’ amministrazione di cui fate parte; come dire si cercano i parassiti sugli indumenti degli altri mentre questi abbondano  nella propria abitazione. In ogni caso si ribadisce che a Tavolo Verde non interessano né polemiche né strumentalizzazioni politiche né il futuro politico di personaggi in cerca di autori, ma semplicemente il futuro del territorio e il rispetto dei diritti di ogni cittadino.
Tavolo Verde che rappresenta uomini e donne giovani e meno giovani legati al territorio ha agito sempre alla luce del sole senza mai chinare la testa anche quando è stato colpito da tentativi di denigrazione. 
    16/05/15                                                                                                                                                      Tavolo Verde Basilicata



Comunicato stampa


L'amministrazione Di Trani prigioniera dell'incapacità di alcuni dirigenti e degli stessi componenti della maggioranza
Nell'incontro tenuto a Potenza il giorno 08/05/2015 fra i rappresentanti del Tavolo Verde, l'Amministrazione Comunale di Pisticci, rappresentata dall'Ass. Leone e dalla dirigente D'aranno coadiuvati dal Perito Demaniale incaricato, Parciante, ed i Funzionari della Regione Basilicata, nonché l'Assessore Regionale all'agricoltura Michele Ottati, per fare il punto sull'annosa vicenda della sistemazione - accertamenti - verifica e sistemazione dei terreni demaniali comunali anche ai fini della produzione documentale attestante la conduzione e coltivazione dei terreni stessi richiesta dagli aventi diritto.
Nel corso della riunione è emersa la incredibile posizione del Comune di Pisticci, riferita dalla dott.ssa D'aranno, in merito ai suddetti terreni.
Nel merito il Comune di Pisticci non riconosce la certificazione della Regione Basilicata che attesta che i terreni in questione sono Terreni demaniali gravati da usi civici ma considera gli stessi di proprietà del Comune.
I certificati rilasciati dall'Ente Comunale, a firma della dirigente D'aranno, esplicitano il concetto, infatti portano la dicitura: "Terreni di proprietà del Comune", mentre fino allo scorso anno venivano classificati come "Terreni demaniali".
Tale atto è in contrasto con quanto dichiarato dalla Regione Basilicata per il tramite dell'Ufficio al Demanio e quindi non conforme alla realtà così come certificata dagli enti preposti.
Del resto la stessa Regione Basilicata con attestazione del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali rilasciata in data 20.08.2014 a firma della Dirigente, Avv. Fernanda Cariati, certifica che i terreni in questione sono da ritenersi parte del Demanio Comunale.
Della necessità di una corretta classificazione dei terreni il Comune di Pisticci è stato più volte informato.
Questa confusione generata dal Comune di Pisticci mette in grande difficoltà i conduttori di quei terreni genera fibrillazione tra gli utenti.
Ci sono 350 utenti che conducono terreni demaniali gravati da usi civici che hanno urgente bisogno di ottenere dal competente ufficio comunale attestati veritieri e non atti che complicano ed aggiungono confusione alla già disastrosa gestione amministrativa degli stessi.
A questo punto è doveroso chiedere:
1.       Come mai l'Amministrazione Comunale dichiara che i terreni sono di proprietà comunale nonostante sia stata informata della natura demaniale degli stessi?
2.       Cosa ha da dire, in proposito il Presidente della Commissione Patrimonio del Comune si Pisticci, avv. Gaetano Esposito?
3.       Per quale motivo l' avv. Gaetano Esposito ha presentato un proposta di modifica della L.R. 57/2000 sugli usi civici?
4.       Quali sono i termini di questa modifica e in che maniera possono incidere sull'avviata opera di verifica affidata al perito demaniale?
I cittadini hanno il diritto che l'Amministrazione Di Trani tuteli e si occupi degli interessi generali w collettivi e la finisca di difendere posizioni contrastanti con il bene pubblico.
E' opportuno che il sindaco intervenga per fare ordine ai lavori della sua giunta, dei burocrati e dei tecnici addetti, evitando impostazioni e visioni personalistiche.
Il comunicato stampa di Tavolo Verde Basilicata è stato condiviso anche da SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' PISTICCI-MARCONIA.
TAVOLO VERDE BASILICATA  




Comunicato stampa


Il Governatore Pittella, attraverso la nomina del Commissario straordinario di tutti i Consorzi di Bonifica del territorio lucano, compreso quello di Bradano e Metaponto, sta sferrando un’ ulteriore colpo al mondo agricolo regionale con aumenti dei canoni irrigui, con la limitazione del diritto all’accesso al bene acqua, con la riconferma del tributo a ristoro dell’ E.I.P.L.I., del tributo fisso (660).
Stiamo parlando di somme insostenibili  per i produttori agricoli che variano a seconda della classifica dei terreni e colture irrigue: da un minimo di 450€/ettaro ad un massimo di 800€/ettaro. Per non parlare della disparità  del servizio irriguo e delle differenze di prezzo dell’acqua a domanda  e prezzo a m3. È il caso di dire che con il commissariamento dei Consorzi si aggiungono danni ai danni provocati dagli ultimi eventi alluvionali; confusione alla già confusionaria e fallimentare gestione ordinaria; vessazioni alle vessazioni volute dal Governo nazionale anche attraverso l’ I.M.U.  Si sommano  gli sprechi del passato, agli sprechi dell’oggi e del domani: oltre il 25% dell’acqua non viene utilizzata per cattiva gestione della rete collettiva da parte dell’ente consortile e finisce al mare, ma che viene pagata dall’utenza a caro prezzo. La manutenzione dei canali di bonifica resta lettera morta. La superficie da destinare alle colture irrigue per l’anno in corso è in forte contrazione  anche o soprattutto per le limitazioni  e imposizioni del Consorzio di Bonifica con gravi conseguenze sulle crescite e produttività delle aziende agricole e sui redditi dei produttori. L’abbandono di centinaia di ettari è la rappresentazione più chiara di un processo di degrado e di impoverimento del territorio per errate politiche agricole. Ciò nonostante il Governo regionale,invece di attuare sgravi e abolizioni di tributi, li inasprisce e conseguentemente si accentua ulteriormente la crisi del settore agricolo e dell’economia territoriale.
SU QUESTI TEMI
SABATO 11 APRILE 2015 ALLE ORE 18:30 NELLA DELEGAZIONE COMUNALE DI MARCONIA PUBBLICA ASSEMBLEA
addì 08/04/2015                                                                                               Tavolo Verde Basilicata