martedì 11 ottobre 2016

Comunicato stampa



Il giorno 10 ottobre 2016 alle ore 17 presso la Delegazione Comunale di Marconia si è tenuto un incontro tra una delegazione di Tavolo Verde Basilicata coordinata dal portavoce regionale Prof. Francesco Malvasi e l’Amministrazione Comunale rappresentata dall’Ass. Giuseppe Lettini e il Consigliere Comunale Maurizio Baratella per fare il punto sulla situazione dei terreni demaniali gravati da usi civici ricadenti nel Comune di Pisticci per i quali sono interessati circa 350 produttori agricoli. Il portavoce Malvasi dopo aver ribadito ai presenti la necessità di addivenire in tempi brevi alla conclusione dell’ ITER procedurale iniziato 2 anni fa, con l’incarico da parte della Regione Basilicata al perito demaniale e con la presa d’atto del Comune di Pisticci, relativamente all’affrancazione dei terreni in questione a favore degli aventi diritto ha sottolineato tra le altre cose come ulteriori ritardi potrebbero dar luogo purtroppo a contenziosi tra le parti cioè utenza,  Amministrazione Comunale e Regione Basilicata. Alla conclusione dei lavori il rappresentate di Tavolo Verde ha invitato l’Amministrazione Comunale ad esaminare attentamente tutti i passaggi ed i procedimenti amministrativi previsti dalla Legge per il riconoscimento del diritto  della attuale utenza. Contestualmente ha denunciato all’Ente tentativi da parte di soggetti privati, che nulla hanno a che vedere con il Demanio, di appropriarsi indebitamente e senza alcun diritto di beni e frutti pendenti ricadenti nel Demanio Civico Comunale. Vicende che potrebbero ampliarsi in questa fase poiché non è stato definito purtroppo a distanza di 2 anni l’elenco dei possessori e degli aventi diritto all’affrancazione. Inoltre l’urgenza dei tempi ha spinto Tavolo Verde di Basilicata a chiedere un incontro al Dirigente dell’Ufficio Usi Civici della Regione che si terrà giovedì 13 ottobre alle ore 16 presso il Dipartimento Agricoltura Potenza specificatamente sul tema: tempi e modalità per la legittimazione e affrancazione dei terreni demaniali comunali.
11/10/2016                                                                                             Tavolo Verde Basilicata

mercoledì 8 giugno 2016

Invito Pubblica Assemblea

DOMENICA 12 GIUGNO 2016, ALLE ORE 20.30 IN PIAZZA ELETTRA A MARCONIA PUBBLICA ASSEMBLEA SUL TEMA:
“GESTIONE E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE TERRITORIALI E RILANCIO DELL’AGRICOLTURA”
INTERVERRANNO IL PORTAVOCE DI TAVOLO VERDE BASILICATA PROF. FRANCESCO MALVASI E ALCUNI PRODUTTORI AGRICOLI.
PARTECIPATE NUMEROSI.
08 GIUGNO 2016                                                                                                                           PER IL TAVOLO VERDE BASILICATA: Prof. FRANCESCO MALVASI

venerdì 27 maggio 2016

COMUNICATO STAMPA




L’incontro tenutosi il giorno 23/05/2016 presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata  fra l’Assessore Luca Braia, il Commissario del Consorzio di Bonifica Giuseppe Musacchio, una delegazione di agricoltori del Metapontino e  una delegazione rappresentativa del movimento “Tavolo Verde Basilicata” coordinata dal portavoce Francesco Malvasi, per discutere della Delibera del Consorzio di Bonifica n.150 del 23/03/2016  si è concluso con un positivo risultato a favore del mondo agricolo e dello stesso Ente consortile.
·         È stato ripristinato il diritto d’accesso all’uso dell’acqua irrigua da parte degli agricoltori anche su terreni agricoli la cui proprietà risulta essere “morosa” nei riguardi del Consorzio di Bonifica. L’accordo esplicitamente rende fruibile il servizio irriguo per tutti gli utenti che conducono e coltivano i terreni agricoli a diverso titolo.
·         L’accordo è valido per tutto l’anno 2016 e anche per l’irrigazione di quelle colture  la cui maturazione fisiologica e/o commerciale venga a concludersi entro i primi mesi del 2017. L’importante risultato ottenuto grazie all’impegno dei produttori agricoli non solo va ad ampliare la superficie destinata a colture intensive con evidenti ricadute positive a favore dell’occupazione, delle produzioni e dell’indotto, ma al contempo va ad incrementare il flusso delle entrate per il Consorzio di Bonifica; ciò perché l’Ente venderà all’utenza, quindi al territorio, più acqua rispetto a quanto previsto dal succitato provvedimento.
I termini dell’accordo dimostrano come il conseguimento  di obbiettivi comuni e di interesse generale sia possibile raggiungerli anche attraverso il diretto confronto tra le parti e attraverso inoltre la conoscenza dei problemi che l’agricoltura drammaticamente vive a causa e per effetto della crisi economica generale.
Si dà atto all’Assessore Regionale all’ Agricoltura di aver compreso l’importanza delle giuste e legittime rivendicazioni del mondo agricolo rappresentato in particolar modo da Tavolo Verde Basilicata e ci si augura al contempo che continui con senso di responsabilità il confronto e la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali e il mondo della produzione e del lavoro allo scopo di contribuire ulteriormente alla crescita e allo sviluppo dell’intero territorio regionale.


27/05/2016                                                                       Tavolo Verde Basilicata
Il portavoce: Francesco M. Malvasi

lunedì 23 maggio 2016

Documento da sottoporre alle autorità competenti


L’assemblea di Tavolo Verde Basilicata tenutasi il 17 maggio 2016 presso i locali dell’oratorio della Chiesa San Giovanni Bosco a Marconia ha approvato il seguente documento da inviare a chi di competenza al fine di poter ottenere risposte in tempi brevi e concrete a sostegno dei produttori agricoli e dell’utenza del Consorzio di Bonifica.
1.       Il commissario del Consorzio di Bonifica con apposita delibera N 150 del 23/03/16, di fatto riconfermando la delibera N 75 del 2015, continua a chiedere aumenti dei canoni irrigui e riconferma  il canone fisso - quest’ultimo per un servizio solo parzialmente servito o addirittura mai reso - dimenticandosi tra l’altro della profonda crisi che investe il settore primario. Come se non bastasse, sempre con la stessa delibera, nega il diritto a centinaia di produttori agricoli di poter usufruire del servizio irriguo, anche se questi siano disponibili a pagare in anticipo il relativo canone. In altri termini un qualsiasi produttore agricolo proprietario o non proprietario di terreni serviti da impianti irrigui collettivi, riportati nel famigerato elenco dell’utenza morosa (registro delle morti), non può usufruire del servizio irriguo.  Le conseguenze dirette ed indirette di tale provvedimento colpiscono i bilanci aziendali dei singoli produttori e al contempo incidono negativamente sui già fragili livelli occupazionali poiché vi è un rischio reale di trasformare l’agricoltura di tipo intensivo in agricoltura estensiva se non addirittura di abbandono poiché l’impedimento ad accedere all’elemento acqua costituisce fattore limitativo se non addirittura proibitivo  per qualsiasi specie coltivata  in un momento in cui si avvertono in modo drammatico le conseguenze della crisi economica generale e in particolar modo il dramma che vive il settore primario.   L’assemblea di Tavolo Verde nel rappresentare il disagio che vivono i produttori agricoli e l’utenza consortile chiede specificatamente  al Governo Regionale e al Commissario del Consorzio di Bonifica di rimodulare la succitata delibera  in modo che  il servizio irriguo sia fruibile da parte di tutti. Al contempo si chiede il ripensamento dell’entità dei tributi consortili a carico dell’utenza poiché ritenuti anche dalla Giurisprudenza (vedi diverse sentenze)   impropri, sperticati e insostenibili ovvero non proporzionati all’entità del servizio reso dal Consorzio di Bonifica. Per questo si denuncia:
              La gravità e l’insostenibilità di tale delibera alle autorità competenti e agli organi Istituzionali, affinché possano intervenire in tempi brevi a favore del mondo agricolo!

2.       Per quanto riguarda l’annosa questione “dei terreni demaniali gravati da usi civici“  i cui procedimenti amministrativi sono in capo alla Regione – Dipartimento Agricoltura -   si chiede la relativa definizione  e conclusione con provvedimenti anche a  carattere di urgenza poiché le migliaia di conduttori di detti terreni possano vedersi riconosciuto definitivamente un diritto naturale che è quello della legittimazione e affrancazione su un  bene che può essere considerato una loro creatura. L’urgenza dei tempi è legata anche e/o soprattutto all’esercizio di accesso ai benefici e agli aiuti previsti dal P.S.R. 2014/2020  e al riconoscimento di un diritto reale come previsto dalla Legge fondamentale N. 1766 del 1927. Si chiede inoltre che tutti i conduttori dei terreni demaniali con i tre requisiti: 10 anni di possesso, miglioramenti fondiari apportati e continuità dei terreni con il demanio, possano ottenere il relativo attestato da parte del compente Ufficio Regionale “Usi Civici” valido per l’accesso ai diversi bandi del P.S.R. .
Il presente documento costituisce atto formale, ufficiale e sostanziale delle iniziative di Tavolo Verde Basilicata nel rappresentare in modo autonomo, libero ed indipendente il mondo agricolo e il territorio della Basilicata.    
18/05/2016                                                                                                                                      Tavolo Verde Basilicata

Portavoce: Francesco M. Malvasi

venerdì 20 maggio 2016

Comunicato stampa


Una delegazione di Tavolo Verde Basilicata incontrerà lunedì 23 maggio 2016 alle ore 16,30 presso il Dipartimento Agricoltura in Potenza, l’Assessore all’Agricoltura Luca Braia e il Commissario del Consorzio di Bonifica Avv. Musacchio per affrontare l’annosa questione del C.d.B. le cui conseguenze si riflettono direttamente sui produttori agricoli e sul territorio con ricadute negative sull’occupazione e sullo sviluppo. 
20/05/2016                             Tavolo Verde Basilicata

Portavoce: Prof. Francesco Malvasi

venerdì 13 maggio 2016

Comunicato stampa

I disservizi, le vessazioni e i tentativi estorsivi che colpiscono i produttori agricoli con il

colpevole silenzio di chi governa il territorio.

Il commissario del Consorzio di Bonifica con apposita delibera N 150 del 23/03/16, di fatto

riconfermando la delibera N 75 del 2015, continua a chiedere aumenti dei canoni irrigui e

riconferma il canone fisso - quest’ultimo per un servizio solo parzialmente dato o addirittura mai

reso - dimenticandosi tra l’altro della profonda crisi che investe il settore primario.

Come se non bastasse, sempre con la stessa delibera, nega il diritto a centinaia di produttori

agricoli di poter usufruire del servizio irriguo, anche se questi siano disponibili a pagare in anticipo

il relativo canone. In altri termini un qualsiasi produttore agricolo proprietario o non proprietario

di un’azienda agricola servita da impianti irrigui collettivi, riportata nel famigerato elenco

dell’utenza morosa (registro delle morti), non può usufruire del servizio irriguo.

La gravità e l’insostenibilità di tale delibera la denunciamo alle autorità competenti e agli organi

Istituzionali, affinché possano intervenire in tempi brevi a favore del mondo agricolo!

Non meno grave è l’iniziativa assunta dal Comune di Pisticci in ordine alla richiesta del canone di

fitto per i terreni demaniali; con appositi avvisi di pagamento, infatti a firma del funzionario Ufficio

Patrimonio l’Amministrazione Comunale chiede agli utenti somme non dovute sotto la voce

‘canone di fitto’ per terreni che non sono di sua proprietà.

Su questi temi:

Martedì 17 Maggio alle ore 19.30 presso i locali dell’oratorio della

Chiesa San Giovanni Bosco.

PUBBLICA ASSEMBLEA

13/05/2016                                                                                                Tavolo Verde Basilicata

giovedì 28 aprile 2016

I disservizi, le vessazioni e i tentativi estorsivi messi in atto dal Consorzio di Bonifica a danno degli agricoltori e del territorio con la complicità del Governo Regionale.


Il commissario del Consorzio di Bonifica, con apposita delibera N.150  del 23/03/16, confermando sostanzialmente la delibera N. 85 del 2015 continua a mettere in atto aumenti dei canoni irrigui e dei veri e propri tentativi estorsivi a danno di tutti coloro i quali sono legati a diverso titolo alla produzione di beni agro-alimentari e alle produzioni in generale, dimenticandosi della profonda crisi che investe il settore primario.
In altri termini, un qualsiasi produttore proprietario o non proprietario di un’azienda agricola servita da impianti irrigui collettivi, riportata nel famigerato elenco dell’utenza morosa (registro delle morti), con la su citata delibera non può usufruire del servizio irriguo, pur volendo pagare in anticipo il relativo canone.
Le conseguenze di tale provvedimento si vanno ad aggiungere a tutte le altre imposizioni consortili, e, in particolar modo,  al tributo 660 già oggetto di contenzioso fra utenza e Consorzio di Bonifica, poiché ritenuto sproporzionato e irragionevole da parte anche della giurisprudenza (vedi varie sentenze).
Se a ciò aggiungiamo poi il disservizio connesso all’erogazione idrica per uso agricolo, come gli inspiegabili turnazioni, limitazioni di portate, interruzioni di erogazione, mancata sistemazione della rete dei canali di bonifica e abbandono del territorio di competenza consortile,  il quadro si completa nella sua massima negatività con conseguenze disastrose sui produttori e sul territorio nella sua interezza.
Vogliamo ricordare in particolar modo alla Regione Basilicata, all’ Assessore all’Agricoltura che in questa particolare fase gli agricoltori si trovano a scontare le conseguenze negative del calo della domanda interna, gli effetti dell’amplificazione strumentale dell’ inquinamento connesse alle attività estrattive ed industriali  e non meno le imposizioni e le vessazioni del Consorzio di Bonifica e come se non bastasse i precisi tentativi estorsivi da parte di un ente controllato dal Governo Regionale. I produttori agricoli dicono NO! alle politiche di rapina, di abbandono e di vessazione, volute sia dal Governo nazionale che dal Governo Regionale anche attraverso il Consorzio di Bonifica ai danni di chi lavora e 
produce beni e servizi per sé e per gli altri.
Per queste ragioni Tavolo Verde Basilicata, data l
emergenza in atto, invita le autorità regionali competenti, S.E. il Prefetto di Matera, il Commissario del Consorzio di Bonifica e tutte le forze politiche e sociali legate al territorio regionale ad intervenire in tempi brevi per:
1-      Sospendere l’efficacia della delibera N°150 del 23/03/16 a firma del Commissario del Consorzio di Bonifica.
2-      Sospendere o/e revocare gli atti amministrativi inerenti la riscossione del tributo N°660 e di tutte le pendenze a carico dell’utenza relative al tributo irriguo per le annate precedenti, anche perché molti di essi risultano inesatti e non in linea con la reale situazione.
3-      Mettere in atto tutte le necessarie iniziative e risorse per dare prospettive ad un mondo che da decenni lavora e produce per l’occupazione, lo sviluppo e il progresso.
Gli interventi sono tanto più necessari quanto urgenti perché fra i produttori agricoli si è determinato uno stato di esasperazione e di disagio che potrebbe sfociare in manifestazioni dagli esiti non prevedibili per i quali Tavolo Verde Basilicata declina ogni responsabilità.

27/04/2016                                                                                                      Tavolo Verde Basilicata

martedì 12 aprile 2016

Comunicato stampa

Il maldestro tentativo, ben sostenuto dai mass-media di parte, di includere anche alcune plaghe agrarie ad alta vocazione agri-turistica ed ambientale nell’elenco dei terreni inquinati e riconosciuti come tali ufficialmente e di fatto , va fermato perché contribuisce ad alimentare artatamente sfiducia fra i produttori agricoli, operatori turistici e più in generale fra i consumatori . Le produzioni ortofrutticole dell’alta e della bassa Metapontina, degli altori del quaternario, della media ed alta collina Materana e Potentina non risultano essere inquinate da composti rivenienti dal processo estrattivo degli idrocarburi; così come possiamo rassicurare i consumatori di carne, latte e derivati ottenuti da allevamenti zootecnici lucani, sulla salubrità e qualità degli stessi. Parimenti , le produzioni cerealicole e delle leguminose destinate al consumo umano e/o all’alimentazione zootecnica non presentano residui classificabili come tossici; anzi , al contrario delle produzioni di grano e di mais importate da Paesi extracomunitari , presentano un tasso zero o quasi anche di aflatossine e/o ocratossine. Per cui chi richiedere ulteriori controlli sanitari sulle nostre produzioni locali regionali e in special modo su quelle agroalimentari lucane, dovrebbe, così come ha fatto Tavolo verde Puglia e Basilicata, sostenere tutte quelle iniziative finalizzate ai maggiori controlli dei beni agroalimentari (circa un terzo) provenienti sia da paesi comunitari che extracomunitari in concorrenza con le nostre produzioni. Così come è necessario sostenere con aiuti diretti ed indiretti le produzioni locali e regionali a partire dai beni di prima necessità (latte, carne, grano, frutta, verdura, olio ecc…). Non meno importante, ai fini di rassicurare gli allevatori, i produttori agricoli e i consumatori e il rapporto produzione-consumo, è la perimetrazione e classificazione in tempi stretti delle aree e del sistema agro-ambientale delle terre lucane. In questa delicata fase le comunità e il mondo agricolo chiedono alle istituzioni, più che allarmismi e rassicurazioni, certezze e garanzie di medio e lungo termine sia per la difesa e la valorizzazione delle risorse agro-ambientali, sia per l’incolumità pubblica. Infine l’urgenza dei tempi e i preoccupanti segnali del mercato degli ortofrutticoli, che stanno strozzando migliaia di aziende agricole, impongono l’adozione di interventi e di misure straordinarie a carattere regionale e nazionale a favore del settore primario, ovvero a sostegno delle aziende agricole e zootecniche dell’intera Regione Basilicata. Indugiare su interventi comunitari e non mettere in campo misure specifiche ed immediate vuol dire aggravare ulteriormente una situazione già stretta dalla morsa della crisi economica generale e dalla distrazione di alcuni livelli politico-istituzionali. 12/04/2016 Tavolo Verde Basilicata

Iniziative (immagini e video)

























lunedì 11 aprile 2016

Comunicato stampa




L’agricoltura meridionale sta attraversando uno dei momenti più critici degli ultimi venti anni non solo a causa e per effetto della crisi economica generale che investe l’occidente, ma anche e soprattutto  perché le politiche comunitarie, quelle nazionali e regionali hanno attribuito scarsa importanza economica, sociale ed ambientale al settore primario. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: si va man mano purtroppo consolidando un processo di degrado del paesaggio agrario accompagnato da una impressionante disgregazione sociale. La fuga dalle campagne per la contrazione del reddito dei produttori agricoli e il conseguente abbandono di aziende che un tempo erano vitali sono fenomeni allarmanti che richiedono forti iniziative e precise scelte di politica economica a favore dell’agricoltura a partire da un’equa utilizzazione dei fondi comunitari e regionali programmati per lo sviluppo rurale.

Su questi temi Venerdì 15 Aprile 2016 alle ore 18:00 presso i locali di Stella Maris Castellaneta Marina TA incontro pubblico con gli assessori regionali di Puglia e Basilicata Promosso da Tavolo Verde Puglia e Basilicata


11/04/2016                                                                                                           Tavolo Verde Basilicata

IL FALLIMENTO DI UNA CONCEZIONE POLITICA

L’ultimo scandalo del petrolio in Basilicata, che coinvolge anche il governo  nazionale, dimostra come la nostra Regione sia stata, da oltre un ventennio, luogo prevalentemente di sfruttamento e non terra da salvaguardare e valorizzare per le sue vocazioni naturali. L’attività estrattiva che inizia negli anni ’60 con l’estrazione del gas nel territorio lucano ha portato inquinamento materiale, ma ha contaminato negativamente anche alcuni livelli istituzionali e diversi partiti politici che in nome dell’industrializzazione a prescindere… hanno contribuito a stravolgere l’immagine di una terra naturalmente ricca per la singolarità del suo patrimonio boschivo , per la purezza delle sue acque, per le spiagge , per le fertili terre di pianura e di collina; certo era ed è purtroppo ancora terra di sfasciume idrogeologico, ma anche ricca di luoghi carichi di millenni di storia, di tradizioni e cultura. Gli ultimi lustri ci consegnano un paesaggio agrario degradato, sfigurato. Terre inquinate dall’attività estrattiva e dall’indotto in nome di uno sviluppo che nega il progresso delle comunità. Si passa da una sana condizione di ruralità dalle elevate potenzialità agro-turstiche, ad uno stato di industrializzazione del “fossile” finalizzato alla crescita e all’espansione dell’industria privata e si rafforza l’idea che la disoccupazione trovi soluzione con l’ industrializzazione e la coltivazione degli idrocarburi, attraverso la creazione di un nuovo indotto e il potenziamento del terziario. Si fa strada  un nuovo modello di sviluppo che deve rottamare il vecchio ed imporsi come nuovo: cioè artificiale, intelligente, innovativo che crea immediatamente ricchezza, utilità. Per chi? Alcuni indicatori ci dicono invece che il reddito medio dei lucani è fra i più bassi del Paese; che la disoccupazione giovanile riflette il valore medio del Mezzogiorno (circa il 48%); che la ricchezza reale al netto di quella riveniente dalla SATA e dall’ attività estrattiva è in calo; che la superficie agricola utilizzabile si è ridotta, così come è in fase di contrazione la consistenza numerica delle aziende del settore primario. Scompaiono le piccole e medie attività commerciali ed artigianali che pur rappresentavano e caratterizzavano le molte comunità lucane. Il livello di istruzione (diplomati, laureati) è di gran lunga inferiore al trend medio nazionale. La viabilità e collegamenti fra i centri abitati e il mondo rurale versano in uno stato di degrado pauroso. I servizi, i tribunali , gli uffici vengono smantellati; la rete ospedaliera e i presidi della sanità pubblica ridimensionati. La messa in sicurezza del territorio dimenticata. Continua l’esodo non solo dalle campagne, ma anche dalle città. I giovani in cerca di lavoro vanno via e molti di essi non fanno più ritorno nella terra natia perché hanno compreso che il modello di sviluppo basato sull’industrializzazione e sullo sfruttamento del fossile si è rivelato fallimentare sia sul piano economico che sociale. Contemporaneamente a causa e per effetto dell’insediamento dell’attività industriale ed estrattiva, si fa strada un nuovo tipo di cultura egemonizzante che si consolida  in quella del “vuoto a perdere”  e dell’utilizzo dei fondi pubblici, non per creare benessere ed elevazione materiale e morale dei lucani, ma per sfruttare e rapinare il territorio; condizione,(…sine qua non per alcuni partiti e alcuni livelli istituzionali) atta a consolidare il potere per il potere attraverso l’istituzione di nuovi enti, agenzie, compagnie, consorzi, gestioni familiaristiche e clientelari. Il processo di consolidamento e di espansione dell’industria estrattiva e logicamente dell’indotto funzionale passa anche attraverso la pratica del voto di scambio che è diventato purtroppo fenomeno diffuso e linfa vitale per vecchi e nuovi partiti dominanti. In sintesi il tanto decantato “modello lucano” da imitare non è che  una “Carta sporca” del decisionismo, del fare e del lasciar fare, e del fare presto a prescindere…
La scelta politico-economica dell’industrialismo come scelta strategica si è rivelata nel complesso e nella risultante ultima come scelta imposta dalle compagnie petrolifere il cui unico interesse è il monopolio del fossile. Gli scandali e non ultimo le dimissioni di Ministri sono la manifesta, tangibile espressione di una consorteria fra una classe politica con ambizioni maggioritarie ben sostenuta dai mass-media e le lobby del potere economico e finanziario che non vogliono conoscere né limiti e né confini. Questo spiega le ragioni per cui molte buone leggi italiane diventano carta straccia e/o annullate da decreti, da emendamenti che perseguono fini tutt’altro che di interesse generale o come dicono lor signori “strategici”.
In definitiva chi ha sostenuto e sostiene il processo di sfruttamento del fossile non ha voluto, più che  saputo, conciliare gli interessi delle politiche industriali con le potenzialità e la vocazione agricola e turistica dell’intero territorio lucano (ruralità, ambiente, parchi, riserve, storia, archeologia, cultura, ecc..).
È sotto gli occhi di tutti il livello di dominio dell’industrialismo, corrotto e corruttore, su altri settori produttivi e in primo luogo sul primario, tanto che mal si sopporta il rinnovato interesse per le tendenze agrariste che ripropongono la valenza economica, sociale e culturale del settore primario quale fattore indispensabile e prioritario per il riscatto di intere aree, comprese quelle marginali
Nella regione Basilicata esistono risorse materiali e morali  per dare inizio ad un nuovo percorso e definire un nuovo “Modello di Sviluppo” basato sulla valorizzazione delle risorse naturali e sulla diffusione di modelli produttivi agro-ambientali conservativi in grado di produrre nuova ricchezza  alimentare di qualità e idonei ad integrarsi con le diverse realtà turistiche organizzate, dal mare ai monti utilizzando al meglio la ricerca e le innovazioni tecnologiche.
Si tratta cioè di attuare un nuovo sistema integrato nelle sue diverse componenti, all’interno del quale si riaffermi il rapporto uomo-ambiente-sviluppo sostenibile nel quadro dei valori della Costituzione Italiana.
IL PORTAVOCE DI TAVOLO VERDE BASILICATA
11/04/2016                                                                                              FRANCESCO M. MALVASI

Documento dell’assemblea pubblica tenutasi il giorno 10 aprile 2016 a Marconia presso la Casa Canonica di San Giovanni Bosco